Genealogia della russofobia. Custine, Donosco Cortés e il dispotismo russo
Dalle opere di Astolphe de Custine e di Juan Donoso Cortés si può trarre la genealogia della russofobia, quale archeologia dell'etero-immagine della Russia considerata secondo le categorie dell'imagologia. Collocate nel contesto della prospettiva rovesciata dell'imagerie culturelle e politica del XIX secolo, tali opere fanno emergere, nel loro specchio deformante grottesco e caricaturale, immagini stereotipate, miraggi e spettri che hanno avuto un'esistenza durevole al di là dell'epoca nella quale sono stati forgiati. Custine e Donoso Cortés si trovarono, infatti, al centro di quel conflitto imagologico che, nella prima metà del XIX secolo, contrappose l'autocoscienza europea e quella russa. La "Russie en 1839" suscitò una controversia nella quale furono coinvolte personalità eminenti della cultura russa come Herzen e Dostoevskij. La visione apocalittica della rivoluzione del 1848 di Donoso Cortés suscitò la vis polemica di Herzen, che contrappose all'escatologia negativa del pensatore spagnolo il sogno di barbarie del socialismo russo.
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