Demone
Sono orgogliosa di presentare nelle mie collane questa Autrice, e il fatto che sia stata premiata al concorso letterario L'INCONTRO DI IERI E DI OGGI, prima edizione, mi rende ancor più fiera. Non era possibile non notare una voce tanto potente che grida versi brevi, sparsi e ordinatissimi nel contempo, una voce precisa, tagliente, assolutamente introvabile per la tonalità e per i contenuti, nonché nella modalità espressiva. I titoli sono già poesia. Pochi afflati, immensi concetti. Mi ha colpito da subito per la profondità , quegli iperrealistici sogni/presenze, come spezzoni di filmati brevi, soffiati poderosamente e generosamente, come pennellate su tela, graffi veloci, tanto roventi da incidere scie di fumo, è il caso di dire una scrittura che lascia il segno. Questa è Antonella Lucchini, la new entry nel filone inquietantistico che io stessa ho individuato anni fa. Vedo in lei un pregio non comune, il riassunto di quanto possa essere sorprendente un lessico così ben incastonato nel sentire. Rapida e istantanea, come una fotografia, la sua penna passa lampeggiando sulle immagini: "Parlare di te non è nulla vivere/ il tutto di te è morirne". Ecco il flash, ecco la prova. Tredici parole che la dicono lunga sul concetto immenso, che potrebbe esser frutto di analisi d'un corposo tomo a parlar di così tale poesia. La cosa stupefacente è il peso che l'Autrice riesce a dare ad ogni sillaba, addirittura, e lo si capisce leggendola ad alta voce, come a recitare una sorta di assolutismo ermetico che vorrebbe non rivelare mai, per un pizzico di candore e di pulito pudore, ma che viene poi rivelato di colpo dalla piena delle frasi, tanto brevi e nel contempo tanto ricche. Di dettagli, di respiro, di tutto, di vuoto parlante o di migliaia di cose che inducono alla visione dello scritto. Silvia Denti
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