Rudolf Vrba: il farmacologo del protocollo di Auschwitz
Rosenberg/Vrba, deportato ad Auschwitz, riesuma cadaveri ebrei per l'incenerimento e raccoglie dai nuovi arrivati, beni spediti poi in Germania. A Birkenau, calcola quanti vivono e quanti sono uccisi, osservando i camion diretti alle camere a gas. Le notizie sull'Olocausto non filtrano ancora. Nel 1944 fugge e, con notabili ebrei clandestini, stende un rapporto noto come "Protocollo di Auschwitz", primo resoconto sullo sterminio di massa, esaminato anche al processo di Norimberga. I tempi di distribuzione del rapporto sono controversi; accusa di omissione i leader ebrei ungheresi ma è smentito dagli storici. Il rapporto, in effetti, lanciando un circostanziato allarme, indirettamente, salva molte vite. Dopo la guerra è farmacologo all'Accademia delle Scienze di Praga, poi in Israele, Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada, scrive su riviste, diventa Professore di Farmacologia, si distingue in ricerche sul diabete e sul cancro, scrive un libro di sue memorie personali su Auschwitz tradotto in più lingue, ha ruoli pubblici correlati agli eventi bellici ma è criticato dagli storici per alcune sue tesi e per il metodo analitico su vari eventi.
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