Rambo. Primo sangue

Rambo. Primo sangue

Prima era solo un uomo: un giovane vagabondo dai capelli lunghi in un cappotto logoro. Poi divenne una leggenda, quando John Rambo esplose dalle pagine di questo libro per aggredire l'immaginario di tre generazioni in tutto il mondo. Questo duro romanzo del 1972, da cui tutto ebbe inizio, è scritto con uno stile nervoso e scattante che ha tanto da insegnare ai romanzieri del terzo millennio. Un giovane veterano di ritorno dal Vietnam viene contrapposto allo sceriffo di una piccola città che non ha idea di con chi abbia a che fare, né di quanto lontano John Rambo lo trascinerà tra le foreste, le colline e le grotte del Kentuky in una battaglia tra la vita e la morte. Quello che state per leggere è un Rambo completamente uguale e diverso. Se un regista lo girasse oggi scena dopo scena - libro alla mano - verrebbe probabilmente identico al film di Stallone, ma tra le righe c'è un clima diverso, e un diverso messaggio. In questo romanzo, da cui è stato tratto il film cult internazionale, le ragioni del protagonista sono più chiare, la lotta per la libertà di espressione - per la libertà di essere come si vuole, e di non dover dare conto a nessuno - è decisamente più chiara ed intensa, e più attuale che mai. E poi il Rambo di questo duro romanzo non è affatto invincibile, e non riusciamo mai a capire pagina dopo pagina chi sia in vantaggio, se lui o lo sceriffo Teasle che organizza la "caccia all'uomo"...
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