Il pentagono dei pentacoli
Lui era solo contro la ragione degli altri, contro la ragione di tutti, era ignorante, volutamente ignorante, sicuro che mai nessuno avrebbe intrapreso la strada che sentiva appartenere solo a sé. Una magica illusione lo illuminava nell'andare avanti con quei numeri, con i variopinti colori dei capelli di quella moderna strega e con i fili a raggio della sua ragnatela privata. Una forza lo incitava a scrivere, proprio per non piangere. Quella forza gli ripeteva: "Sei un sogno, il sogno di te stesso... Avrai il tuo giusto giudizio in un'altra dimensione, in una dimensione in cui la materialità non trova ragione di essere premio; anzi... è castigo!".
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