Droghe tribali. Nuova ediz.
Cibi divini, alimenti per l'anima o strumenti visionari per entrare in contatto con il mondo sovrannaturale? Queste sono alcune delle principali ragioni per le quali le popolazioni tribali assumono droghe, attraverso l'ingestione di centinaia di formiche rigorosamente vive, lo scorticamento di parti di pelle per assorbirne gli effetti attraverso la ferita, la golosa ricerca di putrefazioni cadaveriche umane, clisteri divini o l'applicazione di un corrosivo succo di millepiedi agli occhi. Nonostante l'apparente irrazionalità, c'è tanto significato, umanità ed emozione in questi comportamenti estremi, mentre nella cultura occidentale invece si continua a vedere le droghe solo come una forma di fuga dalla realtà. Nel mondo tradizionale – ma talvolta anche in alcuni ambiti del mondo occidentale – il loro uso in realtà è decisamente dettato da altre motivazioni. Il più delle volte con l'idea di “vedere meglio la realtà”: come negli scopi spirituali-religiosi, sciamanico-terapeutici, magico-divinatori, iniziatico-pedagogici, come correttivi del carattere, per scopi giudiziari, o come viatici pre-morte.