Li marziani. Sonetti in romanoide
Tra le originalità di questa opera spicca il connubio inusitato tra la fantascienza e il dialetto romanoide, con riferimento più al gergo, ossia alla vitalità della lingua parlata, piuttosto che all'ortodossia codificata del vernacolo romanesco. Traendo spunto prevalentemente dai film di fantascienza, specialmente degli anni '50, '60 e '70, come Ultimatum alla terra, La guerra dei mondi, L'invasione degli ultracorpi, 2001 Odissea nello spazio, Solaris ecc., attraverso le poesie si dipana un racconto variegato - talvolta drammatico, ora ironico, spesso grottesco - che trova la sua catarsi e la sua risoluzione nel contatto con gli alieni. Le rime sono pertanto connesse da un tessuto narrativo, tenue ma chiaramente percettibile, rifiutando così la deriva ermetica e intimistica. Su tutto si staglia trionfante il sonetto, presentato nelle sue molteplici varianti, anche le più desuete e arcaiche riattualizzate dall'incontro vivificante con la lingua parlata. Prefazione di Sandro Bari.
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