La condottiera Elsa
All’indomani della Rivoluzione d’Ottobre, liquidata la resistenza della cosiddetta Armata Bianca rimasta fedele alla monarchia, l’Armata Rossa, alleata a un risorto esercito cinese, volge il suo sguardo e il suo desiderio di conquista a ovest: la Germania prima, e poi la Francia. L’obiettivo finale è infatti Parigi, far sì che i cavalli dei suoi cosacchi e dei suoi «gialli» alleati e compagni possano abbeverarsi nella fontana di Place Vendôme e galoppare dai Campi Elisi all’Arco di Trionfo… E così sarà. Al comando di questa invasione da oriente nel cuore dell’occidente decadente e borghese, c’è un bel cavaliere biondo e di sesso femminile, bionda e bella, dunque, la Condottiera Elsa, idolatrata dai suoi soldati, coraggiosa e spietata, una Giovanna d’Arco materialista che proviene dalla steppa… Pubblicato nel 1921, La Condottiera Elsa sarà il romanzo sempre citato e sempre ammirato da Céline, ovvero i suoi peggiori incubi messi su carta, il Finis Europae sancito dalla marea «rossa» e dalla marea «gialla» che di colpo sommerge il vecchio ed esausto Continente… Ma nello scriverlo, il suo autore, Pierre Mac Orlan, va oltre il semplice romanzo distopico o di fantapolitica. Con perfetta conoscenza della storia ci guida lungo i sotterranei della propaganda di massa e delle allucinazioni ideologiche, e ci fa conoscere il complicato rapporto fra vincitori e vinti, nonché il potere di seduzione e di corruzione che una civiltà morente riesce comunque esercitare su una barbarie che si crede sana e che ne vorrebbe prendere il posto. Visionario e ironico, crudele eppure capace di speranza, La Condottiera Elsa ci mette di fronte a un nostro possibile futuro.
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