Il cavaliere errante. Pasquale Calvi tra rivoluzione ed esilio
Il mito della rivoluzione e il dramma della sua sconfitta, il sogno della Nazione e la ragion di Stato: su questi contrasti si snoda la trama dell'Unità d'Italia, così come quella dei suoi protagonisti. Pasquale Calvi è uno di loro: ministro del governo siciliano nel 1848 ed esule a Malta nel decennio successivo, l'uomo vive in prima persona il trionfo dei democratici, nel 1860, e il loro declino politico negli anni successivi. E una storia complessa, la sua, in cui non mancano brusche inversioni di tendenza, rivalità ostinate, decisioni sbagliate o intempestive. E un racconto appassionante e a tratti amaro, dal quale traspare l'immagine di un "cavaliere errante" poco incline alla conciliazione, critico implacabile di oppositori e compagni, condannato ad una sorte da eterno outsider e destinato a rappresentare i successi e le disfatte dell'unificazione. La sua vita diviene così la cartina di tornasole dell'intera generazione del Risorgimento e della sua avventurosa esistenza.
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