Umberto Saba. Il poeta fanciullo
"A Saba devo molto. Devo una vita. Fu lui ad aprirmi - per quanto indirettamente - le porte blindate del giornalismo. Già due prove, al 'Piccolo', erano andate a vuoto. Ricordo il monito del caporedattore: notizie! notizie! metta da parte la letteratura. Non sapevo a che santo votarmi. Mi fulminò un'idea: Saba..., un'intervista a Saba. Un pomeriggio mi imbatto per caso in mio cugino Carlo: ma tu scrivi sul 'Piccolo sera'?... C'è un articolo a tutta pagina col tuo nome e cognome... Corsi alla prima edicola... Era 'troppo... e troppo poco'. E il giorno dopo la telefonata dalla redazione. Ritornai dal Poeta: l'avrei - o mi avrebbe - abbracciato."
Momentaneamente non ordinabile