Il mio diario di guerra (31 marzo-17 novembre 1915)

Il mio diario di guerra (31 marzo-17 novembre 1915)

Ciò che caratterizza il libro, oltre al fatto di essere uno dei pochissimi diari che, pubblicato quasi un secolo dopo la sua avventurosa stesura, descriva i primi mesi di guerra, è anche la sua chiarezza e concisione: in poche, ma densissime pagine, Gaione offre un sunto esemplare del conflitto, descrivendo con pochi tratti la partenza per il fronte, i balli e le cene organizzate per tenere alto il morale dei soldati, le massacranti marce forzate, l'incontro con i profughi, la vita in trincea e negli accampamenti, la fame, il freddo, il fango, il colera, le urla di dolore dei feriti, i resti dei soldati sparsi sul terreno, l'odore insopportabile dei cadaveri e, in un crescendo drammatico, "l'orribile bellezza" di un'intera montagna che sotto le bombe incendiarie prende fuoco, mentre, tra le fiamme e il fumo denso, le granate e gli schrapnel "squarciano, dilaniano, mandando a brandelli i soldati colpiti". Gaione ha una notevole capacità di suscitare immagini fortemente suggestive, con un taglio quasi cinematografico e uno stile che, privo di ogni artificio retorico o ampollosità tardo-romantica, risulta sorprendentemente attuale e moderno.
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