Uligine
Nel 1928, dopo aver pubblicato alcune poesie su periodici di provincia, soprattutto sul "Pensiero" di Bergamo, Descalzo iniziò la stesura di "Uligine". Il poemetto - che avrebbe stampato con le sue mani presso la tipografia Vaj di Sestri Levante - gli era stato suggerito dal casuale incontro con un vecchio contadino che gli aveva rimproverato la lunga assenza dalla campagna, nella quale aveva lavorato sin da bambino e dove si era formato: di qui "l'occasione per ripensare al passato, per rievocare, con la sua infanzia, persone care scomparse e momenti della vita dei campi". L'impianto tradizionale di "Uligine" non impedì a Descalzo di attirare l'attenzione e il favore dei lettori: dapprima quelli dell'ambito ristretto cui il volumetto era giunto tra le mani, sicché presto Descalzo divenne protagonista di un caso letterario nel quale si sprecavano le parole "autodidatta" e "operaio", poi quelli che, come Vittorini e Montale, ne lessero la redazione ridotta e frammentata apparsa nel 1931 su "Circoli".
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