Uno Stato complice del gioco d'azzardo e dei casalesi

Uno Stato complice del gioco d'azzardo e dei casalesi

Nel 2011 sono stati spesi oltre 106 milioni per pubblicizzare i giochi d'azzardo. Il punto di vista comunicativo diventa e costituisce il filo conduttore che lega mercato economico e contesto sociale. Durante le pubblicità, si pone enfasi solo ed esclusivamente sulla vincita. Il gioco perde la sua "eventualità" e acquisisce certezza, con "sottovalutazione" della somma che si paga per scommettere. Quando invece un giocatore ben informato sulle possibilità di vittoria e di sconfitta è meno disposto a rischiare somme di denaro che potrebbero compromettere se stesso e il bilancio familiare. La piena consapevolezza di quello che si sta facendo è il miglior antidoto contro ogni forma di eccesso. Come affermava l'economista Adam Smith: "Nessun uomo, per quanto sano, è immune dall'assurda fiducia nella propria fortuna". Il gioco d'azzardo rappresenta la nuova piaga sociale. È la terza industria del paese, dopo Eni e Fiat, un'industria pienamente nelle mani della criminalità organizzata.
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