Io e dintorni
Simile allo scalatore che dopo avere affrontato le difficoltà di una parete rocciosa si riposa e volge lo sguardo indietro a stimare le fatiche percorse, così l'autore, nell'età avanzata e con l'aiuto della sua memoria, vuole raccogliere gli episodi più salienti della sua esistenza, anche se talvolta non piacevoli, che gli appaiono con una certa nostalgia, non fosse altro che per compiacersi del modo di come sono stati superati. Due versi di una sua lirica cantano: "... anche i ricordi più amari/diventan più dolci, diventan più cari". Nell'ampia narrazione di questi racconti, dal sapore autobiografico, vengono espressi nel modo più colorito possibile, ma senza artefare, episodi e immagini a lui tanto cari, ad iniziare dall'età post-bellica quando non c'era nulla che aiutava a crescere i fanciulli appartenenti a famiglie cariche di figli, per continuare con la descrizione della vita paesana di quel tempo, le strade non asfaltate, il venditore ambulante ed il richiamo a cantilena indirizzato alle massaie, il pecoraio che giungeva con le pecore fin davanti la porta di casa per mungere il latte "con la schiuma montata".
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