Il sogno di Walacek
Il 19 aprile 1938, pochi giorni dopo l'Anschluss che annette l'Austria alla Germania nazista, il pittore Paul Klee strappa la pagina 13 della National Zeitung e si serve del foglio per dipingere un quadro che rappresenta le lettere dell'alfabeto e alcuni geroglifici. Sul foglio è riportata la cronaca della finale di Coppa Svizzera giocata il giorno precedente, tra il Grasshoppers di Zurigo e il Servette di Ginevra. La grande lettera O dipinta da Klee trancia di netto il nome di Genia Walacek, mezzala del Servette e della nazionale elvetica; Walacek sarà uno dei protagonisti della storica vittoria della Svizzera contro la Germania ai mondiali di Francia del 1938. Sul significato di quella O dibatte un gruppo di avventori in un'osteria; accanto a figure di fantasia come il Sonnecchia e il professor Vetraio, compaiono Schopenhauer, Bertrand Russell, lo stesso Klee e il calciatore austriaco Sindelar. Il linguaggio poetico di Orelli conduce in un labirinto di storie e riflessioni che spazia dall'arte alla psicanalisi, dalla politica al calcio. Un labirinto senza uscita, oppresso dalla follia del nazismo, che lascia senza speranza dotti e ignoranti, artisti e manovali. Tutti in attesa del sogno liberatorio di Walacek, che non si volta a guardare quanto di terribile lo insegue nel 1938, ma scatta in avanti, assecondando finalmente "fantasia e inventiva a confondere tutti i quartier generali, i tiranni sordo-muti alla vita, alla vita".