Il vecchio di via Mainardo
"Un giorno dissi ad una signora anziana, alla quale sono molto affezionato, che lo scopo delle mie poesie è quello di fare piangere. Vedendola sorpresa di questa mia affermazione, le spiegai che, secondo me, riuscire a piangere è un atto di grande forza. Mi sento tremendamente debole quando provo rabbia, rancore, odio (il che mi accade purtroppo molto di frequente), certamente non quando arrivo alla soglia di questo atto nobile. Dalle lacrime non potranno mai nascere guerre. Il mondo sempre più aggressivo che ci circonda, il nostro triste mondo del culto dell'apparenza, della parola ridotta a strumento, a brandello di cenere, non fa che accrescere la mia inquietudine. E la mia inquietudine diventa rabbia, quando mi rendo conto che io rientro a pieno titolo in questa tragica mediocrità. Non conosco il dono della carità, non ho passato un solo minuto della mia vita, senza pensare solo a me stesso. Questi miseri versi rappresentano, in un certo senso, quel che io vorrei essere, i sentimenti che io vorrei avere, anche se mi rendo conto di essere nella mia quotidianità lontano cento miglia da essi. Non essendo credente, è come se mi volessi confessare, come se volessi purificarmi."
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