La morte e il mago. I casi di Bolla
Quando l'incantevole Rebeca bussa alla sua porta, Bartolomeo Bolla non ha idea di quanto il timone della sua vita girerà per cambiare rotta. Sa solo che i tarocchi l'hanno già previsto. Perché è un cartomante. E indovino. «Devi aiutarmi, il mio amante è scomparso». Ma lui non è un investigatore. «Tu sei un macumbeiro. Riesci a capire l'anima delle persone» insiste la brasiliana. In realtà Bolla è soprattutto un uomo bizzarro. E accetta, ammaliato dagli occhi nocciola e dalla bocca amarena della donna. Il tizio che ha fatto perdere le sue tracce è un notaio. Bolla conduce le ricerche nell'ambiente dell'alta borghesia siciliana e nel mondo della prostituzione, scoprendo drammi e paure di una carrellata di personaggi di cui svela ipocrisie, eccessi e segreti. Al suo fianco, zio Tango, ex poliziotto appassionato di vino, che gestisce la Taverna dei Tre chiodi, la «spicciafaccende» Nica, l'amica d'infanzia Dada. E alberi, fiori, piante dai quali attinge l'energia cosmica e persino qualche buona dritta. Sullo sfondo i contrasti di una Palermo maestosa nei suoi palazzi nobiliari e umile nelle botteghe artigianali, struggente nei giardini fioriti e nei borghi marinari. Una «detective story» sui generis: il piano reale e quello esoterico si fondono, la divinazione è sempre un passo avanti agli accadimenti. Il curioso, ecologista, irresistibile Bolla è destinato a entrare nel firmamento dei più originali personaggi polizieschi senza esserlo. Lo dicono le carte.