Le stagioni della luna. Gli Opeth, dal Death al Prog
Reputo il libro appena soddisfacente ma utile come prima introduzione agli Opeth (discreto gruppo per chi si dichiara, come il sottoscritto e uno dei due autori, appassionato di prog), visto che è il primo in assoluto sulla band. Da complementare con ricerche sui internet. Purtroppo contiene (a volta sterilii) cronachette poco informative e quasi nessuna analisi e inquadratura musicale. Il testo fa continuo uso dei vari termini riferentesi a generi e sottogeneri musicali (anche metal) senza inquadrare bene la band nel contesto della propria nascita e sviluppo. In particolare, non sono utili i riferimenti agli ascolti e amori anni 70 del leader. Goffo il confronto con la poliedricità di S. Wilson ei Porcupine Tree (a circa metà libro gli autori potevano risparmiarsi una dichiarazione di estrema immodestia di Akerfeldt proprio nei confronti del porcospino!) . Non tenta un impossibile confronto con i Dream Theater e questo è un pregio. Gianni Garbarino
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