Io non mi pento. La vera storia di un malavitoso
"Ho ucciso. Ho visto uccidere. Hanno tentato di uccidermi. Uomini che mi hanno aspettato negli angoli più bui del mondo, galere, cimiteri, strade deserte dove si sentiva solo il respiro della morte. E spesso mi sono dovuto difendere dalla sua falce uccidendo a mia volta." Tanti hanno affrontato il problema della malavita organizzata, ma mai nessun malavitoso ha sottoscritto le sue confessioni. In questo romanzo-verità è il protagonista a raccontarsi con una narrazione dettagliata del malaffare con nomi e luoghi, offrendo il fianco a quanti lo giudicheranno ed a quelli che vorranno vendicarsi. Domenico, detto Mimmo il Foggiano, non ha paura della morte. Uomo dai nobili natali, ha scelto la malavita organizzata, una vita pericolosa tra latitanze, carceri, droga, armi, cosche mafiose e famiglie zingare. Con i suoi 29 anni di galera svela le violenze psico-fisiche ed il degrado in cui vivono i carcerati. Parla delle mafie, in particolare della Sacra Corona Unita a cui appartiene, del reperimento e dei riti di affiliazione. Con l'affermazione "Io non mi pento" il protagonista vuole ribadire che non è un "pentito". L'unico vero pentimento è quello interiore.
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