Just doing it. Storia dell'advertising attraverso i suoi protagonisti

Just doing it. Storia dell'advertising attraverso i suoi protagonisti

La pubblicità nasce negli Stati Uniti e non poteva essere inventata che in quella società, in un'epoca di progresso illimitato, nella fede certa che solo può avere una giovane nazione che "inventa" l'era della modernità. Dapprima fu una pubblicità essenziale, sicura di sé che pose le basi di tutte le strategie di marketing futuro pensiamo ad Albert Lasker, Claude Hopkins, John Caples, Leo Burnett, Rosser Reeves, David Ogilvy. La pubblicità crea uno stile di vita, una grande omologazione che per l'America si trasforma in una rincorsa alla felicità e all'espansione dei mercati oltre Oceano. In Europa invece la pubblicità subisce molto spesso una trasformazione "culturale" nasce con il cartellonismo di De Pero. Poi letteratura, cinema, pittura, teorie linguistiche e segniche cercano di dare il loro apporto affinché il pubblico veda nella pubblicità il segno della modernità. Aprono la strada il più europeo degli americani William Bembach con la sua ironia dissacrante e "rivoluzione creativa" e poi Howard Luck Gossage, Jacques Séguéla in riferimento ad una cultura latina che snobba l'assillante rapporto con il marketing anglosassone. Oggi possiamo chiederci se la buona pubblicità ha contribuito ad aumentare anch'essa il tasso di alienazione e di folle corsa al consumismo separato dalla vita o se ha aiutato l'uomo, magari sottilmente, inconsciamente, a sognare e inseguire un mondo migliore.
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