La sutura
Questo mondo poetico è il mondo della "periferia", dei marginali, dei borderline; quel mondo delle borgate, accampato intorno alla città nell'attesa eterna di entrarvi. Il dialetto (il "romanesco") è quasi un mondo di pre-espressione, di rabbia urlata, grido, indignazione e pura vitalità. Questo mondo di "rumore e furore", che a tratti evoca universi pasoliniani, ha un aspetto, un discorso fatto di gesti, di facce, di atteggiamenti, di prati di borgata; e il grigio del fango e del cielo, della vana ricerca del "paradiso"; e ha anche però una sua energia vitale, anarchica e desolata, mai spenta nella rassegnazione; irrazionale e pura, a tratti esplosiva. In questo mondo la liberazione è presente però dentro i versi: è una liberazione poetica che si sente correre tra le parole, che affiora più evidente in alcune immagini, volti, paesaggi e soprattutto in alcuni momenti molto intensi. E i personaggi che dovrebbero e potrebbero essere odiosi, senza luce, fuori di ogni possibile convenzione, li sentiamo vicini e non riusciamo a non restare dalla loro parte...