Voglio parlarti adagio
"In 'Voglio parlarti adagio', il poeta si volge costantemente dalla propria interiorità al mondo e al prossimo, come umanità, come gente, come alveo familiare, talvolta ambiguamente, come nella lirica iniziale, nella quale non sai se il bambino è il figlio o il pascoliano fanciullino. D'altronde le ascendenze poetiche sono frequenti e oltre al poeta di San Mauro di Romagna, ci sfiorano ombre montaliane e il ritmo, non solo interiore, echeggia molta poesia contemporanea. Una continua interferenza tra il pensiero, le pulsioni sentimentali e la natura è caratura fondamentale della silloge: in essa la pioggia e il sole, le piante e i fiori, gli alberi e le acque, hanno corpo, anima, voce in un rapporto simpatetico con il poeta." (Dalla nota critica di Stefano Mangione).
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