Epiloghi. Giorni inattesi a Villapizzone
"Le liriche di Nicolò Mazza affrontano con delicatezza e profonda dolcezza i diversi aspetti della sua esistenza. La silloge si compone di due parti diverse e complementari; nella prima il poeta si presenta a noi come uomo della memoria, come cantore della sua storia, aedo che in pochi versi ci riassume la sua anima, ci fornisce gli strumenti per conoscere l'uomo Nicolò Mazza, e i suoi affetti, perché non si può essere poeti se non si è prima uomini. [...] La seconda parte della silloge invece fa riferimento alla religiosità di questo poeta, al suo essere pellegrino che trova il senso di sé nell'incontro con Cristo. [...] Parlandoci di sé il poeta ci parla di noi, tramuta per il lettore i rumori della vita in canti. E lo fa senza inutili elucubrazioni, cosciente della limitatezza della parola stessa, ma con un linguaggio essenziale, puro, con uno stile limpido e chiaro che permette al lettore di entrare in sintonia con il suo animo, con il lettore che diventa cooperatore ad oltranza del testo creativo." (dalla prefazione di Domenica Moscato)
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