Rainbow per Rimbaud
Charleville-Mézières, due ore in treno da Parigi, giorni nostri. Robert ha trentasei anni, è alto due metri e dieci, ha lunghi capelli rossi raccolti in una coda di cavallo e arti lunghi e sottili. Dorme in un armadio, su cui ha inciso la parola Battello. Ha imparato a memoria tutte le poesie di Rimbaud e ogni giorno va a rendergli omaggio al cimitero dove è sepolto. Un giorno parte per l'Egitto in compagnia di Isabelle - conosciuta per caso al telefono -, prima tappa di un lungo pellegrinaggio nei luoghi in cui il grande poeta francese è vissuto. Robert sembra uscito di senno e si fa tatuare le poesie di Rimbaud sul viso e sul corpo: vuole penetrare in tutto e per tutto il suo idolo. Il viaggio della coppia prosegue per Dakar, Gorée, Capo Verde. A Tarrafal, Robert e Isabelle non si parlano più, sanno che il loro destino si sta per compiere. Robert non è più in grado di camminare, giace seduto all'interno di un carrello per la spesa che ha trasformato in battello, e si sente finalmente Arthur Rimbaud. L'epilogo è pura poesia.