Como. Trenta giorni

Como. Trenta giorni

"L'idea di poter lavorare qui a qualsiasi cosa mi è sembrata totalmente inimmaginabile" è la prima cosa che viene in mente a Srdan Valjarevic appena arriva alla bellissima Villa Maranese sul lago di Como, la residenza riservata dalla Fondazione Rockfeller ad artisti e studiosi d'élite. Valjarevic, scrittore bohémien di Belgrado, riceve una borsa di studio per passare un mese di lavoro alla Villa. Ma lui vuole approfittare della bellezza del posto e godersi il godibile. Ci coinvolge, con la sua semplicità, e con una profonda autoironia ci fa vivere insieme a lui i suoi trenta giorni a Como, tra le passeggiate, le frequentazioni della gente del posto, tra tanto vino e cognac. L'ambiente della Villa è freddo, distaccato e convenzionale, Valjarevic invece è interessato alla vita vera, piena, umile e semplice, e la ritrova nei camerieri della Villa, nella gente del paese e soprattutto in Alda, la barista del caffè Spiritual, con cui vive un tenerissimo amore fatto di disegni e sorrisi. Valjarevic sceglie di andare contromano e di "Allenarsi tutti i giorni a stare sereni. Come? Esporsi, essere insicuri, vergognarsi, prendere delle piccole decisioni, camminare molto e ridere di sé".
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