Volevo diventare Picasso. Diario di un artista (precario) del sud
Può capitare di ritrovarsi a passeggio per Cosenza con Patti Smith e guardarle da vicino i baffi. Solo per capire perché non sono biodegradabili. Oppure comprare una pizza da asporto a Lou Reed e poi dovergli mettergli una grossa striscia di nastro fosforescente a bordo palco, giusto per evitare che il glorioso frontman dei Velvet, ormai miope e invecchiato, cada giù durante il concerto. Altre volte può accadere di chiudere il telefono in faccia ad Albano Carrisi, immaginando il solito scherzo inutile fatto da qualche amico idiota. Puoi passare una notte e due giorni a spulciare tutti, ma proprio tutti, i disegni di Andrea Pazienza e renderti conto che ormai è inutile continuare a fare fumetti, perché dopo il genio di Paz nulla è possibile. Sono cose che capitano se hai deciso di fare l'artista, e vuoi farlo al Sud, cercando di pagare le bollette senza farti venire le crisi di panico. Luca Scornaienchi, artista e organizzatore di eventi culturali, tira fuori dal suo diario racconti a volte ironici altre ancora molto amari che ci consegnano un mondo, quello dello spettacolo e della cultura, che si muove a fatica, tra stenti e capricci spesso insopportabili.