I due bastardi
Con una prosa carica di tensione, intervallata da dialoghi in lingua siciliana, che danno forza al realismo rappresentativo della narrazione, Nina Giardinieri costruisce uno spaccato d'epoca, un quadro sociale a forti tinte, concrete, della provincia interna della Sicilia, dove spadroneggia l'aristocrazia terriera mentre, tra la gente povera, si apre una dicotomia tra chi si fa prendere dalla smania di evadere dall'atavica soggezione al potere rifiutando perfino i propri figli - e chi, invece, continua a condurre la vita tra sacrifici e lotte, ma con grande dignità, in perfetta consonanza con l'etica ereditata da un popolo vissuto sempre all'ombra dell'austerità imposta dai feudatari, padroni assoluti di tutte le terre. Nina Giardinieri trascina il lettore in una storia che porta in sé i segni della fatalità, quella fatalità di verghiana memoria, che si abbarbica in alcuni esseri, sin dalla loro nascita, e difficilmente li abbandona lungo tutto il loro tragitto vitale.
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