La villa sul lago
A tre anni dalla fine della guerra, un architetto sloveno di Trieste - alter ego dell'autore - decide di far ritorno al paesino sulle rive del lago di Garda in cui aveva fatto il militare prima di essere catturato dai nazisti e internato nei campi di sterminio. Mirko ricerca i luoghi e i personaggi di un tempo, perché ha bisogno di convincersi di essere realmente sopravvissuto alla barbarie, ma scopre che l'assurdità e il vuoto del Dopoguerra ancora ristagnano nella mente di chi ha subito la dittatura per vent'anni. E in quel luogo idillico dove fioriscono i limoni e prosperano i vigneti, l'alito del male e dell'insensatezza spira emblematicamente dalle mura della splendida villa che fu dimora del Duce durante la Repubblica di Salò. Questo romanzo, forse il più luminoso dell'opera di Pahor, conferma l'incrollabile fede dello scrittore nella possibilità di rinascita dopo il massacro e nella forza rigeneratrice dell'amore. Al pari di Mirko anche Luciana, giovane operaia educata al culto dell'idolo fascista, è vittima della Storia; sarà l'amore ad aprirle gli occhi, ispirandole uno straordinario gesto di coraggio che la renderà adulta e libera nel corso di una sola notte.