Dalla «critica della trascendenza» alla «fenomenologia della vita». Alle radici del percorso di Michel Henry
Nell'elaborazione di" L'essence de la manifestation", Michel Henry ha di fatto definitivamente posto in evidenza i principi fondamentali della "phénoménologie de la vie". In ragione della sua radicale "critica della trascendenza" - non senza un decisivo contrasto con le analisi heideggeriane di Sein und Zeit - Henry ha da sempre rivendicato e difeso l'irriducibile eterogeneità della "verità originaria" rispetto all'ekstaticità del mondo. Lo studio di Roberto Formisano offre una ricostruzione, per così dire, "dall'interno" del percorso teoretico compiuto da Michel Henry: criticamente segue lo sviluppo argomentativo di "L'essence de la manifestation" per mezzo del quale sono determinati i caratteri fenomenologici costitutivi della fenomenalità (immanenza, invisibilità, affettività). In forza di un serrato confronto con le fonti teoretiche (tra cui Husserl, Heidegger, Fichte, Meister Eckhart) che variamente hanno ispirato il filosofo francese, Formisano giunge a dar conto della specificità della fenomenologia henryana. Ma dove Henry si tiene strettamente, irrinunciabilmente legato ai temi puramente fenomenologici, Formisano conduce ancor oltre la sua interrogazione e pone la più ampia questione della "fondazione (non ontica) del pensiero filosofico". La lettura del testo henryen apre allora alla possibilità di un rinnovato confronto con i temi propri della prima "philosophia".
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