Garanzia Giovani. La sfida
La Garanzia Giovani è la prima iniziativa europea contro la disoccupazione. D'ora in poi i giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet, non dovranno essere lasciati soli. E anche il primo esempio di politica europea nata non nelle cancellerie degli Stati, ma nel Parlamento dell'Ue, che nel febbraio 2012 ha proposto uno stanziamento per le regioni in cui la disoccupazione giovanile supera il 25%. L'Italia si è mossa prontamente, ha presentato un piano nazionale e nel 2014 ha ricevuto 1,2 miliardi di euro sui 6 stanziati in tutta Europa per il periodo 2014-2020. Il programma prende ufficialmente il via il primo maggio 2014. Subito piovono le critiche. La stampa tuona e chiede di non sprecare quel denaro. Ce la faremo a evitare un flop all'italiana? "Fallimento annunciato", sentenzia qualcuno. Ma c'è un'alternativa? Nel suo piccolo, Garanzia Giovani è un concentrato di risposte alla crisi. Agisce dal lato della domanda, da quello dell'offerta e dal lato istituzionale. Le difficoltà ci sono: amministrazioni frammentate, nessun nesso forte tra istruzione e lavoro, diffidenze e paure radicate, oltre al contesto stesso della crisi. Ma possiamo sprecare anche quest'occasione? Prefazione di Dario di Vico.
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