Scultura e pittura del Medioevo a Treviso vol.1
Il volume esamina la negletta scultura architettonica, formata prevalentemente di frammenti erratici di arredi liturgici, di cui propone una contestualizzazione storica d'ampio respiro, ponendosi come limiti cronologici i tempi del vescovo Felice, che nel 569 risparmiò alla città sul Sile la distruzione da parte dei Longobardi e che probabilmente promosse una ricostruzione della cattedrale, e la conclusione del cantiere romanico del Duomo, la cui cripta è stata inizialmente edificata attorno al 1030 dal vescovo Rotario, per essere poi rifatta, assieme al resto del Duomo (che si presenta oggi in gran parte in un aspetto post-medievale) entro il 1141, data attestata dall'iscrizione del mosaico pavimentale quasi del tutto perduto. Pur non essendo mai stata un vero centro di produzione di sculture, Treviso costituisce un punto di osservazione privilegiato per lo studio dell'irradiamento dalle sponde adriatiche all'Italia del Nord-Est delle opere e degli influssi prima di Costantinopoli e di Ravenna, poi di Venezia, sulla cui genesi urbana nel IX secolo getta nuova luce l'analisi delle testimonianze scultoree presenti in Laguna e già allora esportate in tutto l'arco alto adriatico.
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