Sociologia degli imperialismi e teoria delle classi sociali
Scritti e pubblicati tra il 1910 e il 1927, i due saggi che compongono questo volume conobbero una significativa diffusione solo a partire dagli anni Cinquanta, dopo che Paul Sweezy, già allievo di Joseph A. Schumpeter, ne propose un'edizione in lingua inglese, che ben presto divenne un modello per le successive traduzioni. Nel primo saggio, "Sociologia degli imperialismi", l'autore avanza un'originale interpretazione storico-genealogica, al fine di mostrare come l'imperialismo possa essere spiegato solo in parte con gli interessi economici. La storia antica e quella medioevale indicherebbero infatti com'esso si esaurisca in un'aggressività fine a se stessa, senza alcuna relazione necessaria con i bisogni economici. Sono piuttosto lo spirito marziale e la sete di conquista a fare dell'imperialismo un fenomeno rilevante, anche economicamente; ma di entrambi rimangono solo pallide tracce nel capitalismo del XX secolo, perché quanto più evoluto è il sistema economico, tanto meno probabili sono le spinte puramente aggressive. Il secondo saggio, "Le classi sociali in ambiente etnicamente omogeneo", è dedicato a definire il processo di formazione delle classi e la mobilità delle famiglie che lo rendono possibile. Mentre per l'individuo l'appartenenza di classe è data - osserva infatti Schumpeter -, le famiglie sono invece organismi mobili, capaci di evolversi e di adattarsi sfruttando la differenza di attitudini socialmente riconosciute.
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa