Recidiva
Qual è l'immaginario erotico di un adolescente omosessuale? Quali sono le fantasie che prendono forma nella sua mente in solitudine? Quali fantasmi sorreggono un desiderio che, soprattutto negli anni della prima giovinezza, non trova facilmente possibilità di essere comunicato e commentato? A simili domande voleva rispondere Tony Duvert con questo suo libro di esordio, apparso nel 1966, poi rivisto e definito nel 1974. Da una pagina all'altra di "Recidiva", quel che emerge è non tanto un resoconto di esperienze sessuali, quanto una serie di situazioni erotiche - frammentarie e talvolta contraddittorie - attraverso cui l'io narrante immagina di proiettarsi. Sempre, al centro, si muove la figura di un quindicenne in fuga dall'ambito familiare, smarrito fra boschi e strade di periferia, fra stazioni e camere d'albergo, ritratto nella sua ansia di incontri che possano placarlo. E, la sua, è la storia di una sorta di Justine al maschile, senza virtù né decenza da difendere, per cui le sventure si siano trasformate in una traiettoria venturosa da percorrere all'insegna dell'impudicizia.
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