Distratte creature divine
Poesie danzate, queste della Faoro. Che cercano il passo lieve di una religiosità fatta di parole preziose. Hanno il ritmo di un canto e nello stesso tempo la forza esortativa di una preghiera. Sembrerebbero prefigurare una umanità dove uomini e donne trovino nella poesia e nella struttura del verso, la libertà di potersi scegliere. Certo la complessità del vivere, le ombre oscure cadono, a volte come macigni. Eppure tutto trova la forza di una fede possibile nell'uomo. Nella capacità di togliersi dagli impacci di falsi miti. Forse le abitudini di una realtà che sia pure oscura, scopre nella convinzione del lessico, una sorta di chiarore rigenerante. Un mondo possibile che tocca i sentimenti e li mette alla prova.
Momentaneamente non ordinabile