Il funambolo
L'oscuro gorgo di nulla che investe l'indifferente tranquillità del vivere d'oggi si rivela nitido e implacabile in queste poesie di denuncia, di sofferenza e finanche di salvezza. L'anima è altro dalla folla frenetica, e si perde nel cercare di capire sé e il mondo, preda e allo stesso tempo specchio delle mille maschere di plastica sotto cui si cela il reale. Oscillanti tra la ricercatezza lessicale e la linearità del pensiero, le parole di Stefano Lattari dimostrano una sapiente ricerca mai pedante, la quale, muovendo dall'Ottocento rielaborato alla luce dell'inquietudine novecentesca, approda a risultati tanto originali quanto inusuali nel panorama della giovane poesia contemporanea. Ed ecco che la muta assenza di significato si fa chiara conquista di immagini, che si impongono nella loro potenza di luce e di sogno: meta finale di un percorso segnato dalle tracce indecifrabili di un essere smarrito nel vuoto, ma da esso destinato a rinascere.
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