I giorni del pane. Antologia dell'invibile
Negli ultimi anni molti dipendenti della società France Télécom si sono suicidati, a causa dei rigidi management aziendali. Nascono, queste pagine, da un garbuglio di sentimenti: rabbia, pietà, compassione. In una parola: indignazione. I nomi sono in parte reali e in parte inventati, così la geografia e le situazioni. In ogni caso resta lo spessore tragico delle vicende. La parola si pone come luogo della testimonianza, una ricerca che pure deve servire a qualcosa. Una scrittura d'amore. Certo, la poesia non muta nulla, per dirla con Fortini, ma intanto può farsi voce per chi è stato ridotto al silenzio irreversibile della morte. Di qui I giorni del pane. La poesia, per essere, è racconto dell'uomo, atto politico. Ascoltarne la voce è far parlare le voci costrette a disperdersi nel vento. Un modo per dire e fare, per pensare e lanciare, oltre i muri del silenzio, il grido della terra offesa e dell'umanità tradita.
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