I lauri senza fronde
Nel 1920 James Joyce consiglia a Valéry Larbaud la lettura de "I lauri senza fronde", restituendo così a Edouard Dujardin quello che gli appartiene: l'invenzione del monologo interiore. Pubblicato nel 1887 ma passato sotto silenzio fino agli anni venti, questo roman sans romanesque, dalla portata innovatrice, ha il potere di collocare il lettore, fin dalle prime righe, direttamente nel pensiero del personaggio principale, Daniel Prince, di cui seguiamo dall'interno l'affastellarsi delle più intime divagazioni, il susseguirsi di gioie e delusioni. Il punto di vista di Daniel è l'unico punto di vista possibile, quello supremo, luogo privilegiato per la ricreazione del reale e per la sua trasposizione simbolica.