Il crepuscolo sul piano
Il suono e la sua immagine. L'antica sinestesia colma di simboli, luogo delle rivelazioni divine, è il filo rosso che lega i sei capitoli di questa raccolta di poesie. Il crepuscolo sul piano, titolo dell'opera, cela nell'ambiguità interna un naufragio tra l'ambito visivo e quello sonoro. La distanza tra l'orecchio e l'occhio si accorcia sino a sovrapporsi. La storia delle architetture sonore dei grandi maestri ci rivela il continuo flusso tra la risonanza e lo spazio dell'immaginazione. Nei panorami sonori, primo capitolo, il piano si identifica con il paesaggio dell'infanzia, l'evocazione dei suoi suoni; in Chopin e George Sand, i preludi sono la diretta emanazione della luce di Palma de Majorca, della vegetazione di Cadaques, dei misteri del monastero di Valdemosa; nel terzo capitolo "La follia di Robert Schumann", l'amore per Clara Wieck, moglie di Schumann, le composizioni pianistiche dei noti cicli aforistici, contrappuntano i primi segni di demenza del compositore; Nel quarto capitolo, "Le fantasmagorie di F. Liszt", il mondo è una metafora dell'illusionismo virtuosistico del grande pianista; nel penultimo capitolo, "Naufragi Bosendorfer", il simbolo del pianoforte attraversa la natura e la storia con il suo corpo, apice di cultura e civiltà, dentro estasi surreali ed aberrazioni umane; Infine, nelle "Trasparenze di un'anima (l'eco d'Orfeo)", in appendice, l'esperienza diretta della morte, vissuta dall'autore nel 2005.
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