Il barbecue dei panda. L'ultimo party del lavoro culturale
Paranoici, solitari, acrobati sulla corda del reddito, sbilanciati da sbalzi d'umore maniaco-depressivi, incapaci di alzare lo sguardo all'orizzonte. I moderni creativi assomigliano ormai a timidi panda. Non fanno più sesso e rischiano il suicidio di massa. Si sono nutriti di film, libri e dischi, diventati con il tempo sempre meno saporiti, proprio come il piatto unico degli orsetti tristi: il bambù. Uno di loro viene incaricato di descriverli tra grottesca finzione e ironico realismo. L'occasione è la festa di chiusura di una casa editrice, a cui parteciperanno gli esemplari tipici di quel mondo: la modella, il designer, il dj, l'organizzatore di eventi, l'autrice televisiva, gli intellettuali (quello di sinistra e quello di destra) e l'immancabile pusher. La metafora dei panda prende il sopravvento fino a trasformarsi in una favola sulla fine del lavoro culturale dove l'inaspettato happy end è la ricetta per un barbecue a base di futuro da azzannare.
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