Dodici discorsi morali, storici e politici
A segnalare l'importanza di Radicati (Torino, 1698 L'Aia, 1737) fra gl'intellettuali del primo Settecento fu Pietro Gobetti, che sentì fortemente l'attrazione di quella figura di nobile ribelle, democratico, anticlericale e proto comunista. Del conte di Passerano, da lui definito "primo illuminista della penisola", Gobetti ha tracciato, nel suo Risorgimento senza eroi, un ritratto pieno di forza e vivacità poi ripreso da Franco Venturi. I Discorsi uscirono a Londra nel febbraio del 1734 (Twelve Discourses concerning Religion and Government). L'edizione che oggi presentiamo colma una grave lacuna: a oltre 270 anni dalla pubblicazione in Inghilterra e in Francia, il più nobile manifesto anticlericale del primo Settecento italiano non era mai uscito nel nostro paese. Eppure i Discorsi costituiscono un'importante testimonianza del pensiero illuminista: un atto d'accusa contro l'opera corruttrice della fides mercenaria che pretende "di conciliare, per mezzo di numerosi riti superstiziosi, una vita malvagia con la speranza della salvezza eterna". Radicati si richiama alla parola di Gesù per rimproverare alla Chiesa la sua decadenza morale e la sua volontà di dominio terreno.
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