Grazie, professore
Napoli, quasi giugno. Un professore annoiato della vita e del sistema, viene nominato commissario d'esame in una casa circondariale: il carcere. Nel breve corso di poche ore, pochi incontri, tre persone - tre carcerati di origini e vite diverse - riescono a risvegliare in lui emozioni e sentimenti dimenticati. Due concetti di fondo sostengono il racconto, che è anche un esame disincantato di luoghi e abitudini: l'inconscio sociale (Sandro Gindro, psicoanalista) e la casualità degli eventi (Antonio Pizzuto, romanziere); dei due studiosi, cui va il tributo, non molti sanno.