Elogio della privazione. In tempo di eccessi, la sobrietà è virtù
Dialogo filosofico tra un anziano saggio e un giovane curioso nell’auto in panne nella notte di Natale. Esiste ancora la felicità oggi? Dove e come trovarla? Come difendersi in una società votata al consumo compulsivo di oggetti e sensazioni? Per Maurizio Semplice (nomen omen) basta una parola, anzi una lettera: l’alfa privativo dell’antica Grecia. È una semplice vocale che, posta all’inizio delle parole, ne muta diametralmente la sostanza e induce una metamorfosi del pensiero. Così quell’α diventa quasi una chiave fantastica per aprirsi a una vita svuotata del superfluo ma piena di saggezza, moderazione, serenità, semplicità. Prefazione della Prof.ssa Giovanna Montella.
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