Sbirri allo sbando
Ivan Marinis è uno sbirro. Un poliziotto semplice e 'contro'. Nato nella 'rossa' Emilia, politicamente le sue radici affondano nel vecchio Partito Comunista e questo non fa che renderlo inviso ai superiori. Allo stesso tempo, nemmeno i 'compagni' gradiscono un celerino tra di loro. Ivan viene rimpallato da una questura all'altra perché, come sindacalista, si fa paladino dei diritti di poliziotti mandati al massacro per pochi spiccioli. Col passare degli anni, violenza e disincanto diventano il suo pane quotidiano. Distaccato alla questura di Ravenna, riceve la soffiata dalla moglie di un latitante: la donna di mafia gli svela dove potrà trovare il marito e quindi arrestarlo, insieme a un altro intoccabile. Ivan pianifica un'operazione all'insaputa dei vertici, ma il piano fallisce. Tuttavia, Ivan, quella sera, ha visto troppo e per lui è l'inizio della fine: sempre più amareggiato e arrabbiato, schiavo degli antidepressivi, il poliziotto comprende di avere una sola via d'uscita.
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