Antropologia del turchese. Riflessioni su deserto, mare, pietra e cielo

Antropologia del turchese. Riflessioni su deserto, mare, pietra e cielo

Questa è una raccolta di saggi che esplora il rapporto spirituale, emotivo e biologico fra l'uomo e i colori, il modo in cui questi hanno plasmato l'umanità e come è cambiato il nostro impatto sul pianeta mentre questo legame si logorava nel tempo. «Questa traduzione italiana, così efficace e scrupolosa nei dettagli, si presenta quasi più come un atto di devozione che come una proposta editoriale, ed è la prova che la qualità vera, l'originalità, l'indipendenza del carattere possiedono una capacità di durata e circolazione del tutto indipendente dalle mode e dalle patacche» - Emanuele Trevi, La Lettura Ellen Meloy, scrittrice naturalista che con questo libro è stata finalista al Premio Pulitzer nel 2003, un anno prima di venire a mancare, ci accompagna in un viaggio attraverso territori di straziante bellezza e vulnerabilità, generando nel lettore un rinnovato impulso a prendersene cura. Meloy fa della nostra capacità di percepire i colori un'esperienza squisitamente sensoriale. L'unica vera mappa cui vale la pena di affidarci per conoscere questo mondo in perpetuo cambiamento, osserva, è quella che i nostri sensi sono in grado di tracciare. Se invece di sfruttarla ci limitassimo a godere della natura, se ci abbandonassimo alla sua seduzione, potremo tornare a sentirci vivi e parte di qualcosa di più grande. La domanda fondamentale che questo libro pone è: vogliamo vivere sulla Terra a mo' di ciechi parassiti o contribuire alla sua sopravvivenza come l'istinto ci suggerisce da sempre di fare?
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