La morte del padre. Con «Ritratto di Alice» di Patrizia Zappa Mulas
Un racconto breve, lancinante, attraversato da una vena al tempo stesso irriverente, ironica e drammatica. In La morte del padre Alice Ceresa esplora, con gli strumenti di dissezione della realtà e del linguaggio che le sono propri, cosa succede a un nucleo familiare qualunque nel momento in cui la figura attorno a cui esso tradizionalmente sembra riunirsi ed esistere scompare. Seguendo in modo sia corale che individuale le vicende di ciascun personaggio – la figlia maggiore, il figlio maschio, la vedova e la figlia minore (personaggio autobiografico) – l’autrice di questa apparentemente inevitabile disgregazione familiare ci mostra i limiti, le paure inespresse, la banale volgarità del dolore. Quello che importa a Ceresa è narrare il modo in cui ogni personaggio vive la morte del padre. E dimostrare come, in una grottesca impassibilità, ciascuno di essi rimane fissato e come intrappolato nel proprio ruolo a oltranza, anche dopo l’evento traumatico. Non diverso è, però, il destino riservato al defunto: neanche lui è una creatura sofferente e sopraffatta, dotata di spessore; è solo e soltanto un patriarca.