Lager
Lager viene letto come una sorta di autopsia e di testimonianza della violenza del regime sovietico, ma conserva anche la memoria delle vittime del gulag, di cui Angela Rohr si è resa testimone. «Il nome di Angela Rohr appartiene al firmamento del terrore e della bellezza andando ad aggiungersi ai nomi di Franz Kafka e Primo Levi, Jorge Semprún e Varlam Shalamov.» - Der Spiegel Lager è prima di tutto la narrazione degli eventi di cui l’autrice fu testimone e che visse in prima persona. I punti di partenza sono fame e malattia che ebbe a patire, anche se Rohr sposta subito l’attenzione sul suo lavoro come una lotta per la vita dei malati affidati alle sue cure, costretta a spingersi sino al limite dell’esaurimento fisico e psichico per salvarli e per resistere all’efferatezza della vita nel campo di prigionia, che descrive nei minimi dettagli.