Filosofia della carne. Corporeità e pensiero in Michel Henry

Filosofia della carne. Corporeità e pensiero in Michel Henry

Nel corso di millenni, il corpo ha assunto le più composite, sfaccettate e sinusoidali figure mobili, in ordine al mai sopito tentativo umano di approssimarsi alla cosa in sé. Visibilità e invisibilità, materialità e spiritualità, essere e possesso, teoresi e prassi, vita e forme, dentro‐di‐sé e fuori‐di‐sé, soggettività e oggettività, sono solo alcuni dei più ricorrenti plessi categoriali entro i quali il concetto‐prassico di corporeità ha assunto la propria, di volta in volta attuale, forma. Il presente saggio esplora il pensiero fenomenologico henryano attraverso la sua innovativa proposta fenomenologica, contrapposta per molti aspetti alla tradizione della fenomenologia storica, al fine di saggiare la portata di una seconda via che conduce all’essenza della manifestazione, una via che si discosta da quella battuta, facendo emergere la relazione che sussiste tra la vita e il pensiero. Non mancheranno i richiami al rapporto che la fenomenologia henryana ha intrattenuto con le tematiche fondamentali del primo cristianesimo e con l’interpretazione che Henry propone del Vangelo di Giovanni che porteranno il filosofo a concentrare la sua attenzione sull’Archi‐intelligibilità. Prefazione di Mattia Spanò.
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