Il giardino dei poeti quantici
Nella nuova raccolta di poesie di Roberto Malini, preceduta da una nota-koan del celebre fisico teorico americano Lee Smolin, il linguaggio oltrepassa le barriere dimensionali e temporali, per viaggiare attraverso spazi che si aprono e si chiudono, si estendono e si contraggono dietro l'impulso di quel principio cosmico che Max Planck, l'inventore della teoria dei quanti, definì quale "matrice di tutta la materia". Un principio che immagina, crea e guida l'universo attraverso una coscienza fisica che all'osservatore razionale appare una grande macchina tanto perfetta quanto insondabile nei suoi meravigliosi meccanismi, mentre al poeta si mostra simile a una danza di luce così abbagliante da scuotere - e forse risvegliare - la mente e l'anima. Grazie all'occhio turchese / l'universo a metà esce dalle lamiere / portando caravelle portoghesi.
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