Il coraggio del futuro
“Sedermi alla scrivania del Direttore Generale del Meyer mi ha permesso di mettermi in gioco sotto molteplici aspetti. Mi ha insegnato a guardare al futuro, ad abbracciare nuove sfide, a sperimentare cosa significhi davvero leadership. A rialzarmi dopo ogni caduta. Mai avrei pensato, però, che un ruolo del genere mi avrebbe dato la possibilità di ricomporre una più intima dimensione esistenziale, che affonda le sue radici nel lontano 1970. Precisamente nel 15 ottobre 1970.” Nell’intreccio fra vita personale e vita lavorativa sta la cifra dell’esperienza di Alberto Zanobini nei suoi anni di direzione dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. In queste pagine, infatti, l’incalzante rendiconto di intuizioni, decisioni, realizzazioni, occasioni culturali non è mai disgiunto da un pensiero profondo, connesso alle esperienze personali e familiari. Dal 2015, Alberto Zanobini ha adottato un approccio innovativo, frutto anche delle esperienze maturate all’estero e del confronto costruttivo con altre realtà d’eccellenza, rendendo possibili cose che prima non si sarebbero potute neppure immaginare: un sistema di accoglienza delle famiglie dei pazienti pediatrici; la creazione di nuovi spazi per l’ascolto, la crescita, la cura e lo sviluppo di buone pratiche; la scelta di rendere l’ospedale un luogo piacevole dove passare una lunga degenza, un luogo colorato, accogliente, umano. Ma soprattutto il Meyer è diventato, e deve continuare a essere, un luogo in cui chi lavora è orgoglioso di dare il proprio contributo, dove è possibile coniugare una grandissima competenza in ambito clinico con un approccio umanistico alla persona per raggiungere non solo un traguardo strettamente sanitario, ma anche una nuova dimensione globale di salute. “Nella collana ‘La cura’, le scienze medico biologiche, umanistiche, letterarie e visive si integrano per creare una nuova cultura per i pazienti, i professionisti e i cittadini. L’obiettivo è promuovere i diritti fondamentali della persona malata o in condizioni di fragilità e diffondere una visione globale della medicina, e di altre scienze della cura a essa integrate, che tenga conto anche dei bisogni psico-emozionali e spirituali, considerati parte inscindibile dell’intero percorso di cura e valori fondamentali del vivere sociale.” Gianpaolo Donzelli
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