Elena di Sparta

Elena di Sparta

Quando, dopo dieci anni e dopo il famoso assedio di Troia da parte dei Greci, Elena viene riportata in patria, a Sparta, Menelao ha solo una domanda da farle: perché? Perché ha deciso di scatenare una guerra? La risposta di Elena è semplice. Le sembrava l'unico modo per dimostrare a tutti la sua esistenza, per essere ascoltata. «Racconta, allora», le dice Menelao. Ed Elena comincia a parlare. Fin da piccola l'idea di essere considerata una dea le era parsa qualcosa di grandioso, ma ben presto quella pura illusione si infrange. Teseo la rapisce e la stupra che è ancora una ragazzina. I suoi fratelli, Castore e Polluce, vanno a riprenderla e la danno in sposa a Menelao. Elena regina di Sparta, però, non si accontenta di un destino banale e che non ha scelto. E quando ha la possibilità di scoprire il mondo, la coglie e fugge con Paride verso Troia, città in cui le donne contano quanto gli uomini, in cui possono scegliersi i mariti. Elena non vuole essere compresa né perdonata, non racconta la sua storia per prendersi le sue colpe né per smentirle. Lo fa perché la sua storia, quella di una donna prigioniera del proprio corpo o identificata con esso agli occhi degli uomini, possa infine uscire dalle viscere e trovare pace. La mitica guerra di Troia vista dagli occhi della donna che, secondo la leggenda, l'ha scatenata: questo monologo sul potere e la dannazione della bellezza ha la voce di un'eroina sottovalutata, modernissima e femminista.
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